Nei giorni post rilascio di Ubuntu 12.04 sono molti gli utenti che si stanno ormai avvicinando al nuovo Unity e Gnome Shell. Ad un anno dal debutto dei due ambienti desktop, ormai possiamo dire che sono pronti a mandare definitivamente in pensione la vecchia esperienza utente proposta con Gnome 2.
Il buon vecchio desktop con due pannelli e con i menu a tendina è stato ormai dimenticato, per far posto alla nuova esperienza utente basata sulla ricerca e sull’idea di portar maggior spazio disponibile alle applicazioni.
Rimosso il pannello inferiore, ora troviamo la dockbar la barra laterale sinistra e la Dash o panoramica Attività; nella quale possiamo effettuare ricerche delle applicazioni, file e molto altro.
La praticità di Gnome 2 dove con pochi click del mouse accedevamo a qualsiasi applicazione, passavamo da una finestra all’altra con un click nel collegamento del pannello, ecc. è stata sostituita dalla barra di ricerca e dall’utilizzo della tastiera per velocizzare alcune operazioni.
Il cambio pensato per migliorare l’esperienza utente… Ma è davvero cosi? Questo cambiamento ha davvero portato dei miglioramenti?
Secondo gli sviluppatori era ora di cambiare, l’ambiente desktop si prepara al passaggio da PC desktop / portatile a tablet, e Linux vuole rimanere al passo con i tempi. Ma in data odierna quanti di noi utilizzano Linux nei tablet? Per ora comunque sono pochissimi gli utenti che usano Linux nei tablet, inoltre a differenza della versione precedente di Gnome, l’ambiente desktop è molto meno personalizzabile tranne che per qualche estensione per Gnome Shell o per qualche tool per Unity come MyUnity ad esempio. Da notare che l’innovazione di Gnome Shell e Unity secondo gli sviluppatori non richiederà più lo spegnimento ed il riavvio del sistema operativo.
Difatti, su Gnome Shell occorre premere il tasto ALT per visualizzare il tasto spegni e riavvia dal menu utente, un po’ meglio per Unity dove è presente il tasto spegni ma il tasto riavvia è integrato nella finestra di conferma dello spegnimento, tutte queste innovazioni fanno molto felici i nuovi utenti, i quali cominciano a pensare di avere il sistema “difettoso” a cui manca qualche pezzo. Mettere il classico spegni e riavvia sul menu utente da cosi tanto fastidio? Di default sia su Unity che su Gnome Shell non possiamo nemmeno cambiare il font ed il set d’icone predefinito, così come non possiamo nemmeno avere uno screensaver; funzionalità presente di default su KDE ed XFCE da ormai moltissimi anni e presente anche in Gnome 2.
Per farci felici inoltre, su Unity la barra laterale o Launchpad è sempre presente anche quando massimizziamo la finestra, o è sempre nascosta. La scomparsa “intelligente” è stata rimossa, ed il motivo della rimozione non si sa forse per far incavolare molti utenti. Ma non finisce qui, se abbiamo più finestre avviate della stessa applicazione, per passare da una all’altra o utilizziamo lo switcher ossia la combinazione di tasti ALT+TAB, oppure dobbiamo cliccare sul collegamento del Launcher e scegliere la finestra da utilizzare. Per Gnome Shell invece dobbiamo accedere alla panoramica delle attività. Ma non era più semplice e veloce su Gnome 2 che bastava solo cliccare sul collegamento nel pannello in basso?
Ma allora è migliore l’esperienza utente con Unity / Gnome Shell oppure vogliamo che sia migliore dato che è questa che ci viene imposta?
Quello che a volte mi chiedo, è se davvero Gnome Shell e Unity servivano oppure era meglio rimanere con il buon vecchio Gnome 2 magari con il passaggio a GTK+3 e rivisitarlo, ma non di cambiarlo cosi drasticamente.
In informatica come nella vita, non sempre cambiare vuol dire migliorare… Almeno cosi la vedo io.
Secondo voi, era meglio rimanere con l’esperienza utente di Gnome 2 e migliorarla, oppure la scelta di cambiare è corretta?