Vi presentiamo Mosh progetto che punta a fornire una valida alternativa a SSH fornendo una maggiore stabilità e affidabilità soprattutto in connessioni Wireless.
SSH / Secure shell è attualmente uno dei protocolli di rete tra i più utilizzati per accedere al nostro server o distribuzione Linux da remoto. Grazie a SSH potremo accedere da remoto al terminale della nostra distribuzione ad esempio per monitorare il sistema, installare nuove applicazioni, effettuare aggiornamenti e molto altro ancora.
In alternativa a SSH è disponibile anche Mosh interessante progetto open source che punta a fornire una versione “evoluta” di Secure Shell per poter utilizzare il terminare da remoto in una maniera più affidabile e stabile soprattutto se utilizziamo connessioni mobili o reti Wireless.
In alternativa a SSH è disponibile anche Mosh interessante progetto open source che punta a fornire una versione “evoluta” di Secure Shell per poter utilizzare il terminare da remoto in una maniera più affidabile e stabile soprattutto se utilizziamo connessioni mobili o reti Wireless.
Mosh (mobile shell) ci consente di mantenere attivo il terminale anche quando ad esempio siamo in viaggio e la connessione internet mobile non è stabile, oppure durante il cambio di rete, passaggio in roaming ecc. Al posto di utilizzare autossh in Secure shell, Mosh ci consente di ristabilire automaticamente una connessione dopo un certo periodo il tutto senza tool, configurazioni particolari o altro, grazie all'”eco locale” potremo operare da remoto anche con connessione internet lente ed instabili, inoltre sia il client che mosh-server possiamo avviati senza alcun privilegio.
Ecco un video che ci spiega alcune funzionalità di Mosh:
– Installare Mosh
Mosh è disponibile per Ubuntu e derivate digitando da terminale:
sudo add-apt-repository ppa:keithw/mosh sudo apt-get update sudo apt-get install mosh python-software-properties
Per installare Mosh in Fedora:
sudo yum install mosh
Per installare Mosh in Arch Linux:
pacman -S mosh
Possiamo accedere a Mosh anche da Google Chrome tramite l’estensione dedicata (immagini articolo).