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Ministero della difesa e LibreOffice, il punto

LibreOffice

Associazione LibreItalia ONLUS nel corso del 2015 ha annunciato l’inizio del processo di migrazione a LibreOffice del Ministero della Difesa con la prima lezione al gruppo dei formatori interni che si è tenuta lo scorso 15 ottobre. In base all’accordo sottoscritto lo scorso 15 settembre, LibreItalia ha organizzato un primo corso gratuito di formazione dei formatori, finalizzato a creare un nucleo di docenti in grado di formare i colleghi e supportare così, senza costi aggiuntivi, l’adozione di LibreOffice come programma di produttività individuale.

I docenti volontari di LibreItalia impegnati in questa prima attività sono Certified Trainer LibreOffice e hanno una lunga esperienza nell’ambito delle migrazioni. Il loro obiettivo è quello di guidare una squadra di 25 formatori professionisti del Ministero della Difesa nell’apprendimento delle funzioni di LibreOffice, da ritrasferire – secondo un modello di formazione a cascata – prima ad altri formatori interni, e poi agli utenti.

La formazione nei progetti di migrazione rappresenta, insieme alla comunicazione del progetto, uno dei punti cardine nel protocollo elaborato da The Document Foundation e adottato dal Ministero della Difesa. La formazione dei formatori interni consente un importante risparmio di risorse, che si va ad aggiungere a quello legato alla riduzione del costo delle licenze software.

Questa scelta di passare al software libero è stata veramente lungimirante e, secondo il Ministro della difesa, dovremmo risparmiare una cifra che varia tra i 26 e i 29 milioni di euro. Il generale Camillo Sileo (coordinatore del progetto e Vice Capo Reparto VI Reparto Sistemi C4I e Trasformazione Stato Maggiore della Difesa) ha da poco rilasciato alcune dichiarazioni che vi riportiamo.

Entro il 2017 avremo 75’000 utenti attivi su LibreOffice (70%) e altri 25’000 entro il 2020

LibreOffice Sileo
Camillo Sileo

Le ragioni che hanno portato il Ministero della Difesa a fare questa scelta sono molteplici: la prima è indubbiamente quella del rispetto della normativa che impone alle Pubbliche Amministrazioni, attraverso l’art. 68 del Codice di Amministrazione Digitale, l’obbligo di preferire, a parità di qualità, software di tipo open source o in riuso rispetto a quello proprietario. Questa direttiva in Difesa l’abbiamo applicata e non posso in questo non riconoscere il grande supporto che ho ricevuto dall’intera mia linea di Comando.

La seconda motivazione è che, adottando il formato standard aperto ODF, abbiamo guardato anche all’esigenza di garantire interoperabilità, leggibilità nel tempo di documenti digitali oltre che rendere l’Amministrazione indipendente da fornitore e da software. Attraverso l’adozione di LibreOffice avremo finalmente tutti gli enti della Difesa con una versione uniforme di software che porterà nel medio e lungo termine un aumento di produttività. Motivazione non di secondaria importanza il grande risparmio economico che sarà diluito nell’arco di cinque anni in funzione della scadenza del supporto Microsoft attualmente  disponibili in Difesa e che può essere stimato sui 26 – 29 milioni di euro per l’intero parco macchine della Difesa.”

I dati sono confortanti, a oggi ben 5’000 workstations hanno completato la migrazione, e la collaborazione con LibreItalia per proseguire con i corsi di e-learning è sempre attiva.

Sperando che altri seguano l’iniziativa del Ministero della Difesa italiano non possiamo che essere felici della scelta fatta.