Gli installers per Ubuntu a 32-bit potrebbero presto un ricordo del passato.
Una proposta di Dimitri John Ledkov, di Canonical, ha rianimato la discussione su come eliminare gradualmente il supporto per 32-bit di Ubuntu. (Mailing list post).
I piani attuali prevedono l’addio ai desktop installers e ai server installers entro la fine dell’anno.
Come spiega Ledkov, il mantenimento e la costruzione di immagini di Ubuntu a 32-bit non è “gratis”. Inoltre “avviene al costo di tenere occupata la nostra build-farm per un tempo non indifferente.”
”Anche se abbiamo build-farm scalabili, l’i386 continua a richiedere molte attenzioni. I pacchetti, i test sui pacchetti, le ISO che devono essere riconfermate attraverso le nostre infrastutture, sono tutte cose che occupano spazio e banda” aggiunge l’ingegnere.
Ad aggravare il problema del costo è il fatto che molti fornitori di software indipendenti hanno già cessato il supporto a Linux 32-bit oppure prevedono di farlo nell’immediato futuro.
Nel mese di gennaio, Google ha cancellato il supporto alla versione 32-bit di Chrome per Linux. Erano già state prese decisioni analoghe su OS X e Windows l’anno precedente.
Ciò comporta una riduzione del supporto software e una riduzione del supporto alla sicurezza, sollevando questioni su come Ubuntu possa essere in grado di offrire supporto per una efficace sicurezza su tali sistemi.
Il progetto propone di eliminare le ISO a 32 bit per desktop
Il calendario in discussione fornisce un approccio frammentario, con l’obiettivo di offrire supporto zero a Ubuntu 18.10 a 32 bit.
Per arrivarci, la versione 17.10 continuerebbe a offrire il supporto a 32 bit, ma in modo ridotto: non fornirà infatti l’installatore desktop a 32 bit ed abbandonerà le immagini server. Immagini di installazione alternative, come il programma di installazione net-boot, immagini cloud, etc., verrebbero ancora fornite per queste versioni.
Con Ubuntu 18.10 il supporto per i PC a 32 bit scomparirà completamente. Gli utenti sarebbero solo in grado di eseguire software a 32 bit utilizzando Snaps, containers, o macchine virtuali.
Si necessita di ancora qualche discussione
E’ fondamentale pianificare con attenzione questo abbandono, per limitare l’impatto che una tale decisione potrebbe avere sugli utenti, le imprese e la comunità del software libero.
Infatti ci sono ancora molti quesiti da risolvere e per questo la comunità sta ancora dibattendo.
Vi terremo quindi aggiornati.
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