In breve: carrellata di notizie, parliamo del rilascio di Plasma 5.7.4 e di Mir 0.24.0. Infine andiamo off-topic per parlarvi del nuovo capitolo della saga Oracle vs Google.
Disponibile Kde Plasma 5.7.4
KDE Plasma 5.7 è la release più recente dell’avanzato desktop environment di KDE, usato tutti i giorni da tantissimi utenti in tutto il mondo. Vi abbiamo dato la notizia del rilascio della versione 5.7 un mese e mezzo fa e il quarto aggiornamento è già disponibile.
KDE Plasma 5.7.4, rilasciato ieri, è incentrato sulla correzione di bug.
Tra i componenti che hanno ricevuto modifiche in Plasma 5.7.4 possiamo citare Plasma Desktop, KWin, Plasma Workspace, Plasma Audio Volume Control, Powerdevil, Plasma Discover, Plasma Addons, KScreen, libkscreen, kactivitymanagerd, e le Breeze icons. Controllate il changelog per maggiori dettagli.
Vi ricordo infine che Plasma 5.7.5 è atteso per il 27 Settembre 2016.
Canonical rilascia Mir 0.24.0
Mir 0.24.0 è un aggiornamento che introduce sia nuove funzioni che numerose migliorie e bug fixing. Queste novità interessano non solo gli utenti di Ubuntu desktop ma anche quelli di Ubuntu touch, dove saranno disponibili dalla prossima OTA 13, attesa per la fine della prima settimana di Settembre.
Tra le nuove funzioni possiamo citare l’introduzione di un nuovo tool chiamato “mirvanity”, e due nuovi mir_*_performance_test tools Pieno supporto per EGLStreams. Rimosso il componente TilingWindowManager.
Stando al changelog sono stati corretti ben 48 bug, marchiati con un grado di importanza che va da critical a low passando per high e medium. Tra i due più importanti troviamo un problema di memory leak su Android e uno legato al GCC 6 (GNU Compiler Collection).
Oracle VS Google
Terza news che va un po’ off-topic ma che ritengo comunque interessante.
Recentemente Oracle sfidava a suon di leggi sui brevetti Google, rea quest’ultima di aver utilizzato le API Java appartenenti ad Oracle e protette dal diritto d’autore.
Ne abbiamo parlato diffusamente anche su lffl con un articolo dedicato lo scorso 27 Maggio.
Le autorità di giustizia statunitensi dato ragione a Google, facendo prevalere la disposizione legislativa del “fair use”. Tuttavia la guerra fra i due colossi del settore tecnologico non è ancora morta, anzi è ancora più che viva.
E’ emerso che Oracle sta finanziando un gruppo no-profit chiamato Google Transparency Project, notizia ufficializzata dalla stessa compagnia. Con sede a Washington il progetto si offre di collaborare con le più importanti realtà editoriali statunitensi al fine di informarle sulle pratiche apparentemente sospette condotte da Big G, come le visite alla Casa Bianca dei responsabili della compagnia o il legame fra molti ex-dirigenti con l’US Digital Service.
A pagare le bollette del gruppo no-profit c’è quindi Oracle, e la compagnia non vuole nasconderlo: “Oracle è assolutamente uno dei molti finanziatori del Transparency Project. Questa è un’informazione che il pubblico deve conoscere, ed è documentata pubblicamente al 100%“, queste le parole di Ken Glueck, Senior VP di Oracle, al Fortune.
Rimangono comunque ignoti gli altri finanziatori.
Gli amministratori della nuova società no-profit, infatti, si sono dimostrati ben poco trasparenti: alle domande di Fortune, che indagava su chi fossero i finanziatori del progetto, la risposta è stata un secco “no comment”. Cosa molto strana: di solito le società che vogliono rendere trasparenti le altre sono le prime ad esserlo, proprio per mostrare come si fa.
Quella che sembrava una operazione verità sull’operato di Google, incrinata dalla sua stessa opacità, comincia a diventare una brutta storia: la rivalità di Oracle e Google infatti è ben nota. E il fatto che l’unico finanziatore conosciuto di un’operazione apertamente anti-Google sia Oracle alimenta il dubbio che sia un’operazione di Oracle stessa per gettare cattiva luce su un suo rivale.
Ogni risultato prodotto da questo Google Transparency Project è quindi, a mio parere, da prendere con le pinze.
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