In viaggio con Kubuntu...
Su LffL arrivano molti commenti tra questi ogni tanto arrivano quelli del nostro amico/lettore/collaboratore Fausto, i quali sono vere e proprio “chicche” da leggere. Oggi vi propongo il commento su Kubuntu…
La mia esperienza con Kubuntu è come un viaggio,non quello quotidiano con l’autobus, cosi per spostarsi un pò, ma come partire per le vacanze un viaggio più meditato, forse studiato ma tralasciando qualche particolare per quella sete di sorpresa di cui si ha sempre bisogno.Erano troppe le novità in giro su questa distribuzione, cosi tiro fuori la macchina su cui avevo installato Kubuntu….e succede che non riesco a tornare. Questo mondo cosi evanescente fatto di barocchismi di trasparenze, dove nulla sembra certo, non è il mondo a cui sono abituato ma è come la tavola di chi ci invita di rado e mette più del necessario nella sua preparazione cosi da stupirci…e accidenti se ci riesce.
Cosi avvio e dal buio dello schermo appare lentamente, plasmandosi appunto, un luogo che ti permette di guardare oltre, tra le sue trasparenze sconfinando ogni dimensione.
Sembra un mondo fatto per esperti viaggiatori nessuna applicazione è superflua, nessuna è semplice ma è praticamente perfetta. Il plasma di cui si compone lo schermo diventa di volta in volta i nostri tavoli di lavoro sopra ci sistemiamo gli oggetti che ci servono una volta usati li riponiamo al loro posto. Se richiamiamo il player musicale ci appare il più straordinario lettore mai concepito, il suo completo utilizzo richiede giorni di esplorazione. Se apriamo un’immagine tra gli infiniti pulsanti troviamo tutto quello che possiamo immaginare per modificare ciò che vogliamo. Se esploriamo con Konqueror ci sembra ogni volta di attraversare uno specchio possiamo partire da una cartella ed arrivare dall’altra parte del mondo, oppure tornare indietro sin dentro un CD se lo esploriamo ci vengono proposti tutti i suoi file ordinati in cartelle tante quanti i codec installati basta copiarli e sono pronti. Non ci piace la loro qualità, basta settare in impostazioni di sistema e docile Dolphin o Konqueror soddisfano la nostra sete di qualità. Anche le cose che ci portiamo dietro dal mondo GTK qui vengono accolte senza stupore senza chiedere nulla e si lasciano “ridisegnare” quasi da non sembrare fuori luogo. Cosi schermata dopo schermata si prende confidenza con le nebbie di Kubuntu ci si abitua ad una guida prudente dove però ogni incontro ci appare cosi desiderato che ci si ferma più del solito ad osservare. Tornerò….questo lo sò….tornerò ai popolari luoghi di Gnome dove come quando si scende sotto casa e ci si ferma al bar e si sa già che qualche amico ci stà aspettando, e dopo una birra si parla con malinconia di un viaggio che abbiamo fatto e da cui non volevamo tornare.
La mia esperienza con Kubuntu è un pò tutto questo…..Fausto.
Sembra un mondo fatto per esperti viaggiatori nessuna applicazione è superflua, nessuna è semplice ma è praticamente perfetta. Il plasma di cui si compone lo schermo diventa di volta in volta i nostri tavoli di lavoro sopra ci sistemiamo gli oggetti che ci servono una volta usati li riponiamo al loro posto. Se richiamiamo il player musicale ci appare il più straordinario lettore mai concepito, il suo completo utilizzo richiede giorni di esplorazione. Se apriamo un’immagine tra gli infiniti pulsanti troviamo tutto quello che possiamo immaginare per modificare ciò che vogliamo. Se esploriamo con Konqueror ci sembra ogni volta di attraversare uno specchio possiamo partire da una cartella ed arrivare dall’altra parte del mondo, oppure tornare indietro sin dentro un CD se lo esploriamo ci vengono proposti tutti i suoi file ordinati in cartelle tante quanti i codec installati basta copiarli e sono pronti. Non ci piace la loro qualità, basta settare in impostazioni di sistema e docile Dolphin o Konqueror soddisfano la nostra sete di qualità. Anche le cose che ci portiamo dietro dal mondo GTK qui vengono accolte senza stupore senza chiedere nulla e si lasciano “ridisegnare” quasi da non sembrare fuori luogo. Cosi schermata dopo schermata si prende confidenza con le nebbie di Kubuntu ci si abitua ad una guida prudente dove però ogni incontro ci appare cosi desiderato che ci si ferma più del solito ad osservare. Tornerò….questo lo sò….tornerò ai popolari luoghi di Gnome dove come quando si scende sotto casa e ci si ferma al bar e si sa già che qualche amico ci stà aspettando, e dopo una birra si parla con malinconia di un viaggio che abbiamo fatto e da cui non volevamo tornare.
Ringrazio Fausto per il commento