Le scorse settimane la Linux Foundation ha rilasciato un report con i dei dati sullo sviluppo del kernel Linux per l’anno 2011 premiando Red Hat e Novell per i maggiori contributi. Inoltre il report ha scatenando diverse critiche verso Canonical la quale, come gli anni precedenti, ha contribuito pochissimo allo sviluppo del Kernel come sua consuetudine ormai da diversi anni come indicato da questo nostro articolo.
Visto le critiche Mark Shuttleworth il patron di Canonical ha inviato un’email a ZDnet, tentando di difendere l’operato di Ubuntu e Canonical. Secondo Shuttleworth l’operato di Canonical si concentra maggiormente nel migliorare l’esperienza utente indicando inoltre che lavora con 25 sviluppatori del kernel Linux, i quali puntano di portare miglioramenti nell’integrazione dei driver e nello sviluppo del kernel su processori ARM e per il mantenimento di AppArmor.
Secondo il patron di Ubuntu, il kernel rappresenta solo una piccola parte dell’esperienza utente ed ha inoltre indicato i progetti proposti in questi anni da Canonical come Unity, Launchpad, Bazaar, Metal e Juju.
Ma perché Canonical con i 25 sviluppatori pagati per lo sviluppo del kernel non sono entrati a far parte del report della Linux Foundation?
Semplice, lo sviluppo del kernel di Canonical si basa solo per Ubuntu integrando patch solo per Ubuntu e non sul sorgente del kernel. Unity è un ambiente desktop che può essere utilizzato solo su Ubuntu dato che ormai è stato rimosso da anche openSUSE, Fedora e Arch Linux. Launchpad è un servizio utilizzabile solo dagli utenti Ubuntu e solo in parte è usato su Debian; mentre per altre distribuzioni è impossibile l’utilizzo di repository (mentre i builder di Suse e Fedora permettono la creazione e gestione di repository anche per Ubuntu). Su Launchpad possiamo caricare i pacchetti con Bazaar ma in questo caso possiamo utilizzare anche moltissimi altri servizi come ad esempio SourceForge. Alla fine i progetti sviluppati da Canonical non vanno a beneficio della community Linux, ma solo per le proprie distribuzioni. Da notare per esempio il progetto OpenStack tanto acclamato da Canonical, ma sviluppato più da Red Hat che dalla stessa Canonical, proprio come indicato in questo articolo.
Insomma: Ubuntu, la distribuzione Linux più conosciuta al mondo, è anche quella che meno contribuisce allo sviluppo il kernel, ed anche meno verso gli altri progetti vitali per Linux.
Vorrei fare una semplice domanda a Mark Shuttleworth: “..ma se le altre aziende come Red Hat, Novell ecc facessero come fa Canonical, dove andrebbe a finire Linux?..“