Humble Indie Bundle V su Ubuntu Software Center, ma Linux non è libero??
Il team The Humble Indie Bundle ha annunciato l’insediamento in Ubuntu Software Center della sua famosa suite di giochi DRM-Free.
I giochi proposti in The Humble Indie Bundle sono ben cinque: Bastion, Amnesia: Dark Descent, LIMBO, Phyconauts e SuperBrothers; si possono acquistare i giochi dal sito ufficiale per poi scaricarli ed installarli su Ubuntu direttamente da Ubuntu Software Center.
Proprio come le versioni precedenti, l’Humble Indie Bundle 5 consente ai clienti di indicare il prezzo, pagando solo quello che pensano che valga. I proventi vengono poi divisi tra gli sviluppatori del gioco, enti di beneficenza e fra gli organizzatori Humble Bundle.
In questa pagina troverete l’annuncio ufficiale del nuovo Humble Indie Bundle V su Ubuntu.
Un’ottima iniziativa che però fa un po pensare, ma Linux non è libero? GNU/Linux non è nato per avere un sistema operativo senza restrizioni o sbaglio?
Inserire giochi a pagamento su Linux è un po un controsenso, dato che se ne perdono i principi per cui è nato e per cui molti sviluppatori ed utenti si battono ogni giorno, affinché tutti noi possiamo utilizzare software libero.
Meglio un sistema operativo GNU/Linux libero con giochi ed applicazioni free, oppure una sistema operativo Linux spacciato per libero con poi presenti giochi a pagamento?
È giusto avere un sistema operativo libero quando puoi dal suo Market trovo restrizioni dato che devo pagare per avere alcune giochi, applicazioni, giornali? Allora quando si dice propone ad un nuovo utente Ubuntu sarebbe meglio avvisarlo che è libero; ma fino ad un certo punto. Passare a Linux per non avere le restrizioni imposte da Windows e poi ritrovarle anche lì non è il massimo: a meno che l’utente non sia abituato a crackare con Windows, si trovi più a suo agio magari cercando in rete crack per giochi o applicazioni per Ubuntu.
È giusto avere un sistema operativo libero quando puoi dal suo Market trovo restrizioni dato che devo pagare per avere alcune giochi, applicazioni, giornali? Allora quando si dice propone ad un nuovo utente Ubuntu sarebbe meglio avvisarlo che è libero; ma fino ad un certo punto. Passare a Linux per non avere le restrizioni imposte da Windows e poi ritrovarle anche lì non è il massimo: a meno che l’utente non sia abituato a crackare con Windows, si trovi più a suo agio magari cercando in rete crack per giochi o applicazioni per Ubuntu.