Gnome 3.6: novità e retroscena prima del rilascio!
Gnome Shell sta lavorando alla nuova versione 3.6, che introdurrà alcune modifiche interessanti nella gestione del menù delle applicazioni, rendendo l’eperienza utente più gradevole e friendly.
In realtà, il team di Gnome, non implementerà niente di nuovo o innovativo, ma la chiave del possibile successo di questo progetto potrebbe essere l’elemento più banale e apparentemente scontato: la pianificazione.
Organizzare i pensieri e le idee, per la realizzazione, su progetti di questo tipo non è affatto semplice, soprattutto nel campo opensource. Infatti, sempre più spesso la politica predominante è, purtroppo, quella del “chi fa, mentre fa decide“, un esempio può essere il tira e molla tra udev e systemd, sul quale nemmeno le maggiori distro riescono a raggiungere un accordo stabile.
Il team di Gnome Shell ha cercato di fare ordine all’interno del progetto, organizzando pochi ma chiari concetti. Per cominciare, ha identificato tre punti che definiscono le priorità, per quanto riguarda l’utilizzo finale del prodotto:
- azione di ricerca e avvio delle applicazioni
- gestione dello stack per la selezione delle finestre attive
- eventuali implementazioni con le funzionalità di alcuni tool
Diviso il lavoro in questi macro-insiemi, la palla passa al designer di Gnome, Jakub Steiner, che si occupa della disposizione degli elementi e l’analisi dell’esperienza utente. Jakub ha rilevato alcune tendenze che si presentano sempre più spesso durante l’utilizzo delle interfacce ora sul mercato, in particolare, ha calcato la mano sull’utilizzo delle categorie per lo “smistamento” delle applicazioni.
Il problema infatti, sta nel fatto che la categorizzazione che abbiamo utilizzato fino ad adesso nei menù della nostra distro preferita, è ormai obsoleta per le seguenti ragioni:
- Non è possibile categorizzare perfettamente le applicazioni
- Alcune applicazioni molto spesso appartengono a più categorie, perdendo in coerenza e confondendo l’utente
- Ad oggi, il sistema è abbastanza “intelligente” per capire cosa si sta cercando, mediante metadati ed algoritmi come zeitgeist
Un’alternativa sarebbe introdurre una sezione “All”, dove trovare tutte le applicazioni installate semplicemente scorrendo un lungo elenco d’icone. Quest’idea è già presente nel navigatore delle applicazioni di Mint 12, ma risulta difficile trovare un’applicazione specifica tra le tante presenti, il che farebbe perdere tempo e pazienza all’utente.
Jakub Steiner, per ovviare al problema, si è basato sul metodo utilizzato da Google per tuttle le sue applicazioni e che si ritrova sulla maggior parte degli smartphone: dividere la sezione “All” in pagine, tra le quali scorrere con i classici pallini.
Banale, ma altamente efficace, dato che questa suddivisione gioca sulla memoia visivo-spaziale, che, facendo un esempio, fa si che l’utente si ricordi che la tal applicazione si trova in basso a destra della seconda pagina.
Oltre a questa novità troveremo comunque anche la suddivisione in categorie, messa però in secondo piano, privilegiando la nuova sezione, e il box per la ricerca in alto.
La dash
La barra dei preferiti ospita anche un’icona per richiamare il menù delle applicazioni, che apparirà sovrapponendosi alla stack delle finestre attive, presente di default all’apertura della dash.
L’obiettivo è comunque quello di riservare il menù delle applicazioni solo per la ricerca dei programmi meno utilizzati, cercano di ottimizzare e rendere più efficace la sezione dei preferiti.
Per semplificarne l’utilizzo, Steiner si basa su principi il più simile possibile alla realtà: pensando per esempio al modo per togliere un’icona dalla barra, il designer ha scartato l’ipotesi di aggiungere un pulsante momentaneo (es. Trash, Elimina, ecc), ma l’atto si avvicina molto di più al “far cadere un amico in piscina” (…), dato che di fatto non si elimina un’applicazione, ma si toglie semplicemente il collegamento dal cruscotto.
Qui potrete vedere un video dimostrativo di Gnome Shell 3.6
Il rilascio è previsto intorno al 26 settembre, potrebbe essere una svolta, un mattone in più per rendere linux un po’ più competitivo rispetto all’usabilità dei sistemi targati Mac. Come sempre, staremo a vedere!