Arch Linux - Velocizzare Yaourt
Uno degli strumenti più apprezzati dagli utenti Arch è certamente Yaourt, tool che consente la ricerca e l’installazione di pacchetti da AUR – il vastissimo repository della comunità Arch.
Di default Yaourt ci chiede, prima di effettuare qualsiasi operazione, se desideriamo editare il PKGBUILD.
Questo risulta utile soprattutto nel caso sia necessario correggerne errori di struttura o linee obsolete, al fine di risolvere eventuali problemi che impediscono l’ installazione del software.
Altre volte -fortunatamente- non è necessario mettere mano al PKGBUILD, e i messaggi di Yaourt finiscono per rallentarne ad ogni avvio l’esecuzione.
Questo risulta utile soprattutto nel caso sia necessario correggerne errori di struttura o linee obsolete, al fine di risolvere eventuali problemi che impediscono l’ installazione del software.
Altre volte -fortunatamente- non è necessario mettere mano al PKGBUILD, e i messaggi di Yaourt finiscono per rallentarne ad ogni avvio l’esecuzione.
Un semplice rimedio per scartare le richieste è creare un file di configurazione nella home, specificando le nostre preferenze, da terminale:
nano ~/.yaourtrc
Oppure:
vim ~/.yaourtrc
Ed aggiungiamo le seguenti righe:
# Yaourt Configuration File
# Se impostato su 1 non chiede conferma per l’installazione e la compilazione
NOCONFIRM=0
# Se impostato su 0 salta la richiesta di editare files
EDITFILES=0
# Se impostato su 0 disabilita l’output colorato
USECOLOR=1
Salviamo con ‘ ctrl +x ‘su nano, o ‘ :wq ‘ con vim.
D’ora in avanti sarà ignorata automaticamente la domanda di modifica del PKGBUILD, per ripristinarla sarà sufficiente editare il file .yaourtrc e cambiare il valore di EDITFILES in 1, oppure commentare la riga aggiungendone il simbolo cancelletto ‘ # ‘ all’inizio. Per velocizzare ulteriormente l’esecuzione di Yaourt si può impostare NOCONFIRM su 1 (sconsigliato) facendo si che ciò che segue la selezione del pacchetto sia eseguito senza conferme da parte dell’utente.
Riguardo l’installazione e l’uso di Yaourt consiglio di leggere i precedenti articoli pubblicati su lffl qui e qui.