Valve ha scelto Ubuntu come distribuzione per sviluppare la propria piattaforma Steam per Linux, la scelta può sembrare la più giusta visto che la distribuzione di Canonical è la più conosciuta e utilizzata al mondo oltre ad offrire un’ottimo supporto con i driver proprietari.
L’arrivo di Steam su Ubuntu ha portato però non pochi problemi a Valve e agli sviluppatori delle schede grafiche dato che l’ambiente desktop Unity e sopratutto il window manager Compiz portando diversi problemi sopratutto con OpenGL.
Per risolvere alcuni problemi Canonical e alcuni sviluppatori hanno rilasciato il PPA SRU dedicati alla versione in fase di sviluppo di Unity pensato proprio per migliorare le performance dei giochi.
Attualmente KDE è il miglior ambiente desktop per giocare con Linux, a confermarlo non sono solo i test di Phoronix ma anche Martin Gräßlin, sviluppatore del window manager KWin, di KDE.
Martin Gräßlin in un recente post nel proprio blog ha indicato che portare i giochi in KDE è molto più semplice oltre ad offrire ad essi una maggiore stabilità.
KDE da anni lavora per rendere più stabile e performante l’ambiente desktop offrendo una maggiore compatibilità anche su hardware datati.
Plasma e KWin in KDE funzionano senza problemi anche con il suo back-end XRender non composito rendendo quindi tutto più semplice.
Con XRender possiamo spegnere la composizione quando si utilizzano giochi pesanti o applicazioni OpenGl come Blender ad esempio.
KDE permette di disattivare gli effetti quando un gioco è in full screen migliorando notevolmente le performance del gioco, funzionalità che Canonical sta cercando di portare in Unity ma con molte difficoltà dato che il ripristino di Compiz molto spesso porta crash del sistema.
Attualmente giocare con KDE porta maggiori performance nei giochi di Steam per Linux confronto gli altri ambienti desktop. Kubuntu è la distribuzione Linux consigliata per giocare, grazie al supporto per driver proprietari, lo sviluppo di Steam e sopratutto l’ambiente desktop KDE.
Per maggiori informazioni consiglio di consultare il post di Martin Gräßlin fonte dell’articolo.