Oggi parliamo di... frammentazione un bene o un male per Linux?
Secondo Distrowatch attualmente esistono oltre 700 distribuzioni Linux delle quali sono 300 ancora attive, tutto questo è un bene o un male per Linux?
Oggi volevo proporvi, in anteprima, una nuova rubrica targata lffl che partirà a settembre a cadenza settimanale denominata “Oggi parliamo di…“.
L’idea è quella di proporre un’argomento da condividere con i lettori di lffl i quali potranno indicare i loro pareri a riguardo semplicemente commentando l’articolo.
Come primo argomento ho deciso di proporre un problema tanto discusso da parte dei lettori ossia la frammentazione Linux. Leggendo il report settimanale fornito dal portale Distrowatch potremo notare che attualmente in Linux sono disponibili ben oltre 700 distribuzioni delle quali solo 300 (meno di metà) sono ancora mantenute le altre sono ormai progetti obsoleti.
L’idea è quella di proporre un’argomento da condividere con i lettori di lffl i quali potranno indicare i loro pareri a riguardo semplicemente commentando l’articolo.
Come primo argomento ho deciso di proporre un problema tanto discusso da parte dei lettori ossia la frammentazione Linux. Leggendo il report settimanale fornito dal portale Distrowatch potremo notare che attualmente in Linux sono disponibili ben oltre 700 distribuzioni delle quali solo 300 (meno di metà) sono ancora mantenute le altre sono ormai progetti obsoleti.
Tutte queste distribuzioni sono un bene o male per Linux?
Tutte queste distribuzioni possono mettere in difficoltà un nuovo utente che vuol provare Linux ma si trova davanti a tantissime distribuzioni le quali sono bene o male diverse una dall’altra.
Ogni distribuzione è diversa non solo nell’ambiente desktop, ma anche nell’installer, nel gestore dei pacchetti, sviluppo ecc. Un nuovo utente che sceglie Fedora ad esempio troverà un’installer, pacchetti, ecc ben diverso da Ubuntu o Slackware o Arch Linux ecc.
E’ anche vero che grazie ad alcune derivate Linux è cresciuto (vedi Ubuntu nata come derivata di Debian e diventata la distribuzione più conosciuta ed utilizzata al mondo) quindi non tutte le derivate si sono dimostrate essere “un male” per Linux.
Pochi progetti potrebbero creare solo confusione rallentando lo sviluppo di Linux, vediamo ad esempio OpenOffice che spaccandosi in due (grazie anche ad Oracle) ha portato LibreOffice e Apache OpenOffice due suite per l’ufficio cresciute moltissimo.
Ogni distribuzione è diversa non solo nell’ambiente desktop, ma anche nell’installer, nel gestore dei pacchetti, sviluppo ecc. Un nuovo utente che sceglie Fedora ad esempio troverà un’installer, pacchetti, ecc ben diverso da Ubuntu o Slackware o Arch Linux ecc.
Pochi progetti potrebbero creare solo confusione rallentando lo sviluppo di Linux, vediamo ad esempio OpenOffice che spaccandosi in due (grazie anche ad Oracle) ha portato LibreOffice e Apache OpenOffice due suite per l’ufficio cresciute moltissimo.
A questo punto c’è da chiedersi se la frammentazione sia davvero un male o un bene per Linux? A voi il vostro parere a riguardo…