Secondo la London School of Economics la pirateria non danneggia l’industria dello spettacolo
I DRM in HTML5 garantiranno alle aziende dello spettacolo di poter riprodurre i propri contenuti multimediali solo ad utenti che ne hanno acquistato i diritti per la visualizzazione dal proprio pc, tv multimediale oppure dispositivo mobile. La notizia ha fatto molto discutere visto anche le proteste rilasciate dalla Electronic Frontier Foundation e Free Software Foundation le quali indicando che molti siti potrebbero adottare queste nuove soluzioni offrendo cosi all’utente meno contenuti liberi. In concomitanza con la decisione della W3C di introdurre i DRM in HTML5 arrivano i risultati di un recente studio effettuato dalla London School of Economics che indicano come la pirateria audio visiva non rechi un danno economico all’industria dello spettacolo.
Per l’industria musicale invece il 2012 ha portato un calo degli incassi ma questo non dipende solo dalla pirateria ma anche dalla crisi economica, da notare inoltre che diversi autori hanno dichiarato che il file-sharing in alcuni casi può perfino portare guadagni all’industria dell’intrattenimento.
Lo studio effettuato dalla London School of Economics ha messo anche in risalto come le limitazioni effettuate da alcuni paesi (come ad esempio la Francia) non ha portato alcun guadagno alle industrie cinematografiche e musicali, perfino l’Unione Europea, con un rapporto pubblicato nei mesi scorsi, ha indicato che la pirateria non danneggia i proprietari di contenuti.
Se l’industria dello spettacolo sta riscontrando leggere perdite molto è dovuto ad altri fattori come la crisi economica, la qualità di alcuni film, album pubblicati ecc e non alla pirateria.
L’intero report rilasciato dalla London School of Economics lo possiamo consultare o scaricare da questa pagina.
Ringrazio il nostro lettore ge+ per la segnalazione