Grazie a tecnologie open source la comunità autonoma delle Isole Canarie è riuscita a risparmiare circa 1.2 milioni di Euro.
Passare all’utilizzo di software open source vuol dire non solo risparmiare soldi ma molto spesso significa anche migliorare in sicurezza ed affidabilità. Lo confermano realtà italiane come ad esempi la provincia autonoma di Bolzano, la regione Umbria e molti altri paesi come l’Uruguay e le Isole Canarie.
Ad annunciarlo è Roberto Moreno, responsabile delle telecomunicazioni e nuove tecnologie delle isole, in una recente intervista al portale Canarias7.
Ad annunciarlo è Roberto Moreno, responsabile delle telecomunicazioni e nuove tecnologie delle isole, in una recente intervista al portale Canarias7.
Secondo Moreno, le Isole Canarie hanno risparmiato circa 700.000 Euro grazie ad un’accordo con Red Hat che ha consentito la migrazione di 100 server fisici che eseguono circa 1.000 macchine virtuali passando da VMware a Red Hat Enterprise Virtualization. A questo importo si aggiungono i 500.000 Euro risparmiati ogni anno per la migrazione da Microsoft Office prima a OpenOffice ora in LibreOffice nelle oltre 30.000 postazioni di lavoro. Da notare inoltre che ad aprile 2014, all’Università di Las Palmas, c’è stata una HackFest (https://wiki.documentfoundation.org/Hackfest/GranCanaria2014) organizzata dal Governo delle Isole Canarie con The Document Foundation.
Complimenti quindi alle Isole Canarie, arcipelago che ha deciso di puntare sul software libero risparmiando soldi oltre a fornire ai propri cittadini sistemi più stabili e sicuri.