Oggi l’esperienza del gioco è davvero universale: il mondo digitale ha reso il casino online più sociale di quanto siano mai stati i reali casinò, mantenendone intatti i ritmi e le attese. E’ sociale perché si gioca tutti allo stesso momento, lo si condivide, lo si fa da qualsiasi parte del mondo ed in qualsiasi momento della giornata e con qualsiasi device, dal computer, al tablet, allo smartphone.
Abbiamo provato tre diversi giochi, questa settimana, partendo persino con un occhio critico perché noi utilizzatori di Linux, amanti come siamo del software libero, siamo curiosi ma ci facciamo conquistare solo dalle cose belle e semplici.
La piattaforma che abbiamo testato è https://www.starcasino.it/ , portale di gioco online che si è rifatto il “trucco” da alcune settimane e che abbiamo apprezzato immediatamente per la comunicazione chiara e diretta con l’utente, con tanto di area sul consumo responsabile in difesa degli interessi del consumatore.
Come moderni Joe Pesci e Robert De Niro nel mitico “Casinò” del 1995, siamo partiti da un grande classico, la Roulette Francese, con una puntata minima ed un’esperienza al limite del reale, con tanto di musica lounge così coinvolgente che, davvero, è mancata solo Sharon Stone a sedurre noi, De Niro digitali, per vivere un’esperienza indimenticabile. Da provare!
Poi abbiamo scelto un gioco più moderno, Gonzos Quest, una video slot senza rotazione dei rulli.
Simpatica, graficamente molto curata, davvero un modo di vivere la slot moderno e dinamico: e lo diciamo da persone che non hanno mai amato particolarmente questo gioco!
Infine un altro grande classico nella sua reinterpretazione moderna: il Deuces Wild Classic, con una linea grafica che ci riporta negli anni ’80, alla ricerca di una Scala Reale Massima con i gettoni vintage color avorio.
Sarà che il videopoker era una delle ragioni per cui utilizzavamo il famoso Wine per divertirci con i giochi di casinò su Linux, ma questa esperienza per noi è davvero immortale.
Insomma, test riuscito e Starcasino promosso, a pieni voti!
Colgo l’occasione per ringraziare il nostro lettore Paolo M. per la segnalazione.