I computer, in ogni loro forma (workstation, portatili, tablet e smartphone), fanno ormai parte della vita quotidiana di tutti noi. Sono numerosi gli studi inoltrati sulle onde radio emesse da smartphone, tablet e simili, altri si focalizzano sull’impatto negativo che ha l’utilizzo massiccio di dispositivi dotati di display sul nostro sonno. La luce eccessiva proiettata in tarda serata può causare, con una frequenza davvero elevata, insonnia o difficoltà ad addormentarsi. In questo articolo vi proponiamo una piccola soluzione al problema: questa prende il nome di f.lux. Cerchiamo di capire da dove nasce e come funziona.
f.lux nasce da un’idea di Michael e Lorna Herf, consiste sostanzialmente in un software pensato proprio per abbattere i disturbi causati dall’eccessiva esposizione a schermi luminosi, prettamente dotati di luce chiara. È proprio quest’ultima la causa del problema: il sonno viene conciliato nel nostro corpo dalla produzione di melatonina, sostanza prodotta da più organi durante le ore notturne che viene esaurita fino al risveglio, quando subentra la luce del sole.
Il nostro corpo compie appunto questo ciclo, riconosciuto come ritmo circadiano e l’esposizione a display prima di andare a letto tende a ridurre la produzione della melatonina, sostanza che fa avvertire il sonno. Non è il caso di estremizzare: passare qualche ora a navigare in rete sul proprio PC o a giocare sul tablet di sera non è certamente sinonimo di nottata passata in bianco, ma è ormai riconosciuto che esporsi a forti luci – e sono incluse anche quelle dell’inquinamento luminoso presenti nelle grandi città – causa una riduzione del sonno.
Come si impone quindi f.lux per risolvere il problema? Semplicemente variando la temperatura dei colori riprodotti dai display presenti sui nostri monitor. No, non si tratta di variazioni di calore, ma di alterazioni cromatiche. A quale scopo? Semplice: il nostro organismo, di fronte a computer dotati di display non troppo luminosi e chiari (come la luce del sole appunto), continua a produrre normalmente la sostanza indispensabile al sonno. Non stressare la vista per poter riposare bene è fondamentale.
Al primo avvio il software, che si mostrerà come un piccolo box in trasparenza sul vostro desktop, chiederà la vostra posizione geografica. f.lux integra infatti le mappe di Google Maps per potervi localizzare mediante il nome della vostra città o il CAP e calcolare, tramite latitudine e longitudine, le varie fasi solari (quindi a che ora tramonta e a che ora sorge il sole). In questo modo il programma sarà in grado di disporre su una sinusoide, accessibile nella schermata principale visibile dopo aver impostato la propria location, tutti i vari valori per le variazioni di temperatura sul monitor.
Ciò consiste sostanzialmente in una autoregolazione della temperatura che di giorno rimane fredda e di sera tende a diventare più calda per far riposare gli occhi. Il funzionamento principale è questo, ma ovviamente ci sono alcuni settaggi utili per personalizzare l’esperienza di cromatizzazione del proprio display. La prima è ad esempio l’opportunità di scegliere il range di temperatura di colore che f.lux deve utilizzare per variare durante l’arco della giornata: un’alterazione moderata potrebbe essere, ad esempio, 6000K per il giorno e 4000K per la notte.
Se non siete intenzionati a mantenere i valori di default vi consigliamo di variare questa soglia, utilizzando anche un po’ di pazienza per trovare la soluzione ideale.
Altre opzioni interessanti consistono nella possibilità di scegliere la velocità con cui avviene il cambio di temperatura, nella disabilitazione temporanea degli effetti di f.lux per un’ora, magari per svolgere qualche lavoro grafico dove l’imparzialità dei colori è fondamentale, e nell’attivazione delle modalità “Safe Mode” e “Movie Mode”.
La riuscita del sistema è garantita, e vi assicuro (esperienza personale) che passando diverse ore al giorno davanti al pc alla sera la mia vista è affaticata e, una volta abituato ai parametri serali di flux (io uso 3600K di sera) non riesco assolutamente a tornare alle impostazioni standard (ovvero 6400k) utilizzate di giorno.
Una soluzione analoga è stata anche introdotta in iOs 9.3 (chiamata night shift) e su Android un’app simile a f.lux è Twilight.
Installare f.lux su Linux
Se state usando Ubuntu o altre distro derivate (Linux Mint, elementary OS, Linux Lite etc) aprite il terminale e copiate i seguenti comandi:
sudo add-apt-repository ppa:nathan-renniewaldock/flux
sudo apt-get update
sudo apt-get install fluxgui
Se state usando altre distro potete prendere il codice sorgente dalla repository GitHub dedicata.
Cosa ne pensate? Provatelo e lasciateci un commento!