Derivate ufficiali di Ubuntu 16.04 - Cosa offrono
Le derivate ufficiali di Ubuntu 16.04 LTS sono uscite in contemporanea alla distribuzione principale e rappresentano un’ottima alternativa per chi vorrebbe usare Ubuntu ma non sopporta Unity, o semplicemente preferisce desktop environment differenti.
Come per ogni versione di Ubuntu, anche la 16.04 LTS ha dato vita a svariate distribuzioni derivate, alcune delle quali sono ufficialmente riconosciute da Canonical. Proprio di alcune di queste vi vogliamo parlare oggi, cercando di illustrarne vantaggi e svantaggi per permettervi di giudicare se fanno per voi. Trovate un link alla pagina di download in fondo all’articolo.
Xubuntu 16.04 LTS
Xubuntu è la derivata di Ubuntu basata sul desktop environment Xfce, che si contraddistingue per i suoi lunghi cicli di sviluppo mirati ad ottenere la massima stabilità e per il ridotto utilizzo di risorse. Xubuntu 16.04 non fa eccezione e propone un’esperienza desktop davvero eccellente.
A vuoto, ovvero subito dopo l’installazione (sostanzialmente identica alla versione principale), abbiamo rilevato un utilizzo della memoria di circa 335 MiB, appena la metà di Ubuntu con Unity. La dotazione software contiene giusto l’essenziale, con Firefox 45 come browser, LibreOffice 5.1 per la creazione di documenti, Thunderbird per la gestione e-mail e Transmission per il file sharing via torrent. Come emulatore di terminale troviamo il leggero e funzionale Xfce Terminal mentre la riproduzione audio e video sono affidare al player Parole.
Come è tipico di Xfce, le opzioni di personalizzazione sono vaste e facili da usare, con pannelli completamente configurabili e per nulla necessari nel caso non si volessero: con un click destro sul desktop si può accedere a tutti i menu che si possono desiderare. Essendo basato su GTK, ottenere temi alternativi già pronti creati da altri utenti è molto facile, basta effettuare una semplice ricerca online. In una decina di minuti sono riuscito a ottenere un aspetto piuttosto diverso dall’originale, e chi ha tempo di farlo avrà la possibilità di sbizzarrisi ulteriormente fino ad ottenere la propria esperienza ideale.
Questa derivata ha un ciclo di supporto di 3 anni e ottiene senza problemi la nostra raccomandazione, in particolare per chi intende usarla su sistemi con relativamente poca RAM o è interessato a un desktop environment particolarmente maturo e stabile.
Kubuntu 16.04 LTS
Tra le derivate ufficiali, Kubuntu è l’unica che utilizza l’ambiente KDE (il cui desktop environment è Plasma). Il progetto KDE si propone di creare un intero ecosistema con applicazioni sviluppate appositamente per integrarsi tra di loro e con Plasma. Il contributo della comunità KDE al mondo open source è notevole e hanno addirittura creato varie estensioni delle librerie Qt che stanno cominciando a prendere piede anche in altri desktop environment; le librerie GTK, infatti, sono ormai alquanto datate e cominciano a creare qualche problema, specialmente a risoluzioni molto alte.
Kubuntu 16.04 offre un installer leggermente diverso da quello “standard” ma i concetti di base sono gli stessi: un procedimento semplice con opzioni di partizionamento comunque soddisfacenti. Purtroppo è assente una modalità verbose, ma il procedimento è comunque rapido e indolore.
Plasma 5.5 (che è un grande cambiamento rispetto alla versione presente nella LTS precedente, la 14.04) è un ottimo ambiente desktop, bello da vedere, completo di servizi e altamente personalizzabile. Tutto questo però ha un prezzo in termini di prestazioni: anche appena installato, il sistema utilizza poco meno di 1GiB di RAM, che è destinato a crescere con l’utilizzo di eventuali widget.
La dotazione software è decisamente più nutrita rispetto ad altre detivate e alcuni dei programmi di default nella distribuzione principale sono stati sostituiti da alternative sviluppate proprio dal progetto KDE. Il browser è sempre Firefox, ma come client e-mail e torrent troviamo rispettivamente KMail e Ktorrent. Nel reparto internet è anche presente Akregator, un lettore di feed rss, e KRDC, programma per accedere a desktop remoti. Inoltre è presente di default una comodissima barra di ricerca che si attiva quando si comincia a scrivere qualcosa sul desktop, senza bisogno di richiamarla in alcun modo.
Okular occupa la posizione di lettore pdf, Amarok di lettore audio e Dragon player di lettore video. Gli accessori di sistema includono la calcolatrice KCalc, l’editor di testo Kate e il nuovo programma per screenshot Spectacle che fa il suo debutto in questa versione di Kubuntu. Da segnalare anche Konsole, emulatore di terminale altamente funzionale e completo che supporta svariati plugin aggiuntivi e estensioni, e l’ottimo Dolphin che fa praticamente tutto ciò che si può richiedere da un file manager.
Il software center sembra soffrire di un bug che estende le scritte ben oltre il loro spazio dedicato, ma sembra essere presente solo nella pagina iniziale; la ricerca di software e l’installazione funzionano come ci si aspetta.
Consigliamo l’utilizzo di Kubuntu a chi cerca un sistema completo con un’interfaccia potente ed estensibile e dispone di un computer moderatamente recente – per avere buone prestazioni è preferibile disporre di almeno 3GiB di RAM. Kubuntu 16.04 LTS riceverà supporto per 5 anni.
Ubuntu Mate 16.04 LTS
Ubuntu Mate, come dice il nome, è la derivata di Ubuntu che utilizza il desktop environment MATE. Questo è il frutto di un fork di GNOME 2, rimpianto da molti utenti, e mira a fornire un’esperienza desktop al contempo familiare e moderna, facendo attenzione alle risorse utilizzate. Oltre al desktop environment diverso, il team di sviluppo di Ubuntu Mate ha operato anche alcune migliorie degne di nota al loro sistema operativo, che lo rendono particolarmente adatto ai nuovi utenti.
Durante l’installazione nulla di nuovo, si tratta ancora una volta dello stesso installer di Ubuntu e Xubuntu. La vera novità arriva al primo avvio: unica tra le derivate ufficiali di Ubuntu, Ubuntu Mate fornisce un “Welcome Screen” che permette di configurare il proprio sistema con facilità da un’interfaccia unificata che include anche il software center.
Si tratta di uno strumento davvero eccellente che posiziona questa derivata davanti a tutte le altre in termini di facilità d’uso.
Il desktop environment in sè vi sarà molto familiare se avete usato una versione di Ubuntu precedente al 2011 o altre distribuzioni con GNOME 2; anche la disposizione dei pannelli di default è quasi identica. Le prestazioni sono molto buone e si classificano leggermente dietro a Xubuntu, con un utilizzo della memoria intorno ai 350 MiB. Anche MATE è molto personalizzabile grazie al comodo strumento MATE Tweak, che include anche alcune disposizioni dei pannelli predefinite (una delle quali somiglia a Unity; se vi piace quel desktop environment ma il vostro computer non è sufficientemente potente per utilizzarlo, Ubuntu Mate è la soluzione).
Il software preinstallato è all’incirca lo stesso di Ubuntu, ma con alcune gradite aggiunte come VLC e Synapse.
Questa è la prima versione LTS di questa derivata e il supporto è previsto per 3 anni. La consigliamo davvero a tutti, ma in particolare agli utenti più inesperti e i più nostalgici. Come hardware è una buona idea avere almeno 1GiB di RAM per un’esperienza ottimale (soprattutto se si desidera fare uso degli effetti “speciali” del compositor).
Lubuntu 16.04 LTS
L’ultima delle derivate che vogliamo coprire è Lubuntu. Si tratta di una versione di Ubuntu basata sul desktop environment LXDE che mira ad essere il più leggero possibile pur mantenendo un buon livello di funzionalità e personalizzabilità. L’installazione è un po’ più veloce di altre derivate grazie alla quantità minore di dati da copiare, ma nel complesso il procedimento è lo stesso.
Tutta questa leggerezza si paga in termini di completezza; sono presenti tutti gli strumenti essenziali e un buon livello di configurazione, ma in varie occasioni bisogna accontentarsi di utility minimali per alcune impostazioni come lxrandr per cambiare la risoluzione dello schermo. Alcuni programmi sono stati sostituiti da alternative più leggere, come il file manager PCManFM (sul quale non abbiamo niente da ridire dato che non ha praticamente nulla da invidiare a Nautilus) e l’emulatore di terminale LXTerminal.
Anche il software center è più striminzito in termini di grafica, ma è comunque comodo da usare e funzionale. A vuoto, il sistema gira in circa 230 MiB di RAM, davvero poco per una derivata di Ubuntu. L’ambiente è comunque piuttosto personalizzabile, con svariate opzioni di decorazione delle finestre e dei pannelli.
Consigliamo Lubuntu a chi vuole far “resuscitare” un pc particolarmente vecchio che non permette di utilizzare Xubuntu o Ubuntu Mate, o semplicemente a chi vuole avere a disposizione più memoria possibile per utilizzare i propri programmi preferiti. Per una buona esperienza con questo sistema bastano 512MiB di RAM.
Altre derivate
Oltre a quelle coperte in questo articolo, esistono altre quattro derivate ufficiali:
- Ubuntu GNOME – Derivata basata sul desktop environment GNOME 3
- Edubuntu – Progetto purtroppo a rischio di abbandono (non è stato aggiornato alla 16.04 per mancanza di risorse) che mira a fornire un ambiente educativo per bambini e adolescenti
- Ubuntu Studio – Derivata basata su Xfce che contiene tutto il software che un editor video o audio possa desiderare
- Mythbuntu – Derivata centrata attorno al centro multimediale MythTV, pensata per l’installazione in setup home theater
E decine di derivate non ufficiali.
Tutte le derivate ufficiali possono essere scaricate qui.
Grazie per aver letto questo articolo, fateci sapere se qualcuna di queste derivate ha catturato la vostra attenzione.