Il fondatore di NextCloud crede ancora nel successo di Linux su desktop
Il founder di NextCloud, Frank Karlitschek, intervenuto durante il Linux Application Summit (LAS) in corso a Barcellona ha chiesto agli sviluppatori Linux di cooperare per provare a rilanciare il pinguino su desktop. Se è vero infatti che in ambito server il kernel lanciato da Linus Torvalds la fa da padrone in ambito desktop è utilizzato principalmente da developer e appassionati, il market share è ormai da anni stabile attorno al 2% contro il (circa) 90% di Windows.
Karlitschek, che in passato è stato nel board di KDE, crede però che se gli sviluppatori iniziassero a lavorare insieme Linux potrebbe giocare un ruolo importante anche in ambito desktop.
Dopotutto, ha ricordato Karlitschek, negli annni 90, quando il free software e l’open source avevano il vento in poppa, nessuno credeva che Linux avrebbe avuto questo successo in ambito server. In ambito desktop non c’è riuscito a causa del dominio sul mercato di Microsoft ma anche di scissioni interne alla community e visioni differenti oltre ad un’eccessiva frammentazione e proliferare di progetti.
Karlitschek, che ha ammesso di non usare da tempo Linux su desktop, spera ancora nel suo successo. Affinchè abbia successo, deve essere più accogliente per i fornitori di software indipendenti di terze parti (ISV). Linux deve poter offrire agli utenti software come Microsoft Word e Photoshop ma anche giochi e applicazioni aziendali come Oracle e SAP.
Le osservazioni di Karlitschek sul mondo Linux
Karlitschek ha anche lanciato alcune idee. Lui ritiene che sia necessario un “developer portal” dove si possano trovare tutorial, documentazione, SDK ed esempi che permettano ai nuovi sviluppatori di trovare in modo semplice e intuitivo ciò di cui hanno bisogno. Apple e Microsoft sono avanti anni luce sotto questo punto di vista.
Inoltre, sono necessarie API stabili.
Ad oggi è ancora possibile lanciare applicazioni di 20 anni fa su Windows. Sembra incredibile ma è così.
Per lanciare in modo chiaro il messaggio ha portato un esempio.
NextCloud deve lavorare sia con Nautilus (il file manager di GNOME, ndR) che con Dolphin (il file manager di KDE, ndR). Perchè ci sono due diverse API per il file management? Perchè chiedere agli ISV di raddoppiare il lavoro?
Discorso analogo per il packaging: Snap e Flatpak hanno facilitato la vita a chi deve distribuire le app ma perchè averne due invece che uno? Karlitschek si chiede anche del perchè debbano esistere due rivali come GNOME e KDE quando il market share è al 2%.
Questo è da sempre uno dei punti di forza ma allo stesso tempo di debolezza dell’ecosistema Linux. Va detto che la sua visione travisa un po’ le idee alla base di tutto il movimento ma sicuramente è, da un punto di vista aziendale, corretta. Non tutti alla conferenza erano d’accordo con le sue osservazioni ma molti hanno convenuto che unire gli sforzi è fondamentale se si intende aumentare la fruibilità del pinguino.
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