postmarketOS col vento in poppa
Tra i sistemi operativi Linux mobile postmarketOS è probabilmente il “concorrente” più credibile di Ubuntu Touch. Recentemente i suoi sviluppatori sono riusciti a risolvere diversi problemi riguardanti Anbox, un tool che consente l’esecuzione delle app Android sul sistema operativo Linux. Qualcuno è addirittura riuscito a installarlo, con diversi compromessi, su un iPhone 7. Stando ai dati riportati da Tux Phones l’OS è ora compatibile con oltre 200 dispositivi tra smartphone e tablet, un risultato che ha dell’incredibile.
Se pensate “ma cosa vuoi che sia” dovete sapere che portare Linux sui dispositivi ARM implica una miriade di problemi perché ogni device necessita di un DTS (“hardware description”), di un port specifico e di driver appositi prima di riuscire a eseguire il boot. Preparare dei file di configurazione custom del kernel non è banale soprattutto considerando l’assenza di documentazione che accompagna gli smartphone ARM. Però, grazie a pmbootstrap
e ad altri tool appositi, gli sviluppatori di postmarketOS sono riusciti a districarsi tra tutti questi problemi rendendo il porting più semplice. Inoltre, va segnalata una wiki fatta molto bene: anche i passaggi più complessi sono ben documentati.
Fairphone 3: arriva /e/OS
Il Fairphone, come si desume dal nome, è un device che fa della provenienza etica dei materiali e dei componenti il suo cavallo di battaglia. Punta molto su un miglior trattamento dei dipendenti dei fornitori e offre la possibilità di comperare direttamente tutte le componenti di ricambio – non solo la batteria e la back cover (semitrasparente che lascia intravedere l’interno del dispositivo), ma anche il modulo fotocamera, il display e così via.
Chi sceglie questo smartphone non punta al meglio dal punto di vista dell’hardware ma a un prodotto etico e anche facilmente riparabile. Il noto portale iFixit gli ha assegnato un punteggio pari a 10/10 definendolo lo smartphone più semplice da riparare.
“Tutte le cose buone arrivano a tre alla volta” deve essere stato il concetto dell’azienda olandese quando hanno previsto di realizzare il Fairphone 3, il loro nuovo dispositivo mobile realizzato in modo etico e che propone uno schema modulare che rende facili le riparazioni.
Per comodità vi riporto le specifiche dello smartphone, che non sono certamente paragonabili a quelle dei top di gamma come il Galaxy S20 di Samsung o il P40 di Huawei:
- Display da 5,65″ FHD+ 18:9
- SoC Qualcomm Snapdragon 632
- 4 GB di RAM
- 64 GB di archiviazione interna, espandibili via microSD
- Fotocamera posteriore singola da 12 MP dual pixel PDAF con apertura f/1,8 e flash LED
- Fotocamera anteriore da 8 MP con apertura f/2,0
- Batteria da 3.000 mAh, ricarica rapida Quickcharge 3.0
- Wi-Fi dual-band – Bluetooth 5 – NFC
- Dual Nano SIM LTE
- Scanner di impronte digitali sul retro
- Jack cuffie, porta di ricarica USB-C
Il Fairphone 3 è disponibile da settembre 2019 ma solo da pochi giorni è possibile acquistarlo anche con /e/OS. L’arrivo di Fairphone 3 con /e/ è una scelta diretta della community che l’ha votato in seguito a un sondaggio nel quale si chiedeva quale fosse l’OS preferito come scelta secondaria ad Android.
Il sistema operativo open source /e/ deriva da Android e si basa su LineageOS. Le sue funzionalità sono prese da AOSP 7, 8 e 9. Al posto dei Google services troviamo i MicroG services: si tratta di un’implementazione open source delle librerie e delle app di Google come Google Play, Maps, etc.
Qual è lo scopo della foundation che sviluppa /e/? Ce lo spiegano attraverso il sito ufficiale:
Il nostro obiettivo: fare diventare accessibile a chiunque una tecnologia che rispetti la privacy degli utenti. E’ giunta l’ora di riprendere il controllo dei dati personali presenti sui nostri telefoni! Costruiamo sistemi operativi mobile, app e programmi che privilegiano la privacy degli utenti anzichè il profitto. Chiunque merita di tenere intatta la propria privacy, in modo particolare sul proprio smartphone! /e/ è un progetto senza scopo di lucro, sostenuto da un insieme di imprenditori internazionali, sviluppatori e designer esperti oltre che da una vivace e crescente community di collaboratori.
Molti servizi sono open source e sviluppati appositamente per essere integrati in /e/. Mi riferisco ad esempio al motore di ricerca Qwant e al servizio cloud open source di /e/, che sostituisce Google Drive e deruva da NextCloud.
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