Da qualche giorno è ufficiale la migrazione del Ministero dell’Istruzione a Office 365. Le vecchie caselle di posta vanno dunque in pensione e le nuove sono targate Microsoft. La nuova casella di posta beneficerà di tutti i vantaggi offerti dalla casa di Redmond, tra cui 50 GB di spazio. Online è disponibile anche una guida PDF per la configurazione del nuovo indirizzo postale. La migrazione riguarda il personale amministrativo del Ministero, i dirigenti scolastici, i direttori dei servizi generali e amministrativi nonché le caselle di posta ufficiali degli istituti scolastici. Il link per accedere alle caselle Office 365 è il seguente: https://outlook.office.com/. Il personale dell’amministrazione (MI e MIM) accede usando lo user name completo del suffisso @istruzione.it (per esempio mi12345@istruzione.it) mentre i DS e i DSGA e le scuole accedono usando lo username completo del suffisso @istruzione.gov.it.
Polemiche per la scelta di Office 365
Il Ministero ha rivelato che le caselle migrate sono state circa 300’000 ma non si sa nulla riguardo al costo dell’operazione. La scelta ha scatenato molte polemiche per due motivi. Il primo è che viene affidata la gestione ad un’azienda estera e non si è in grado di mettere in campo una soluzione interna made in Italy. I server dovrebbero trovarsi nell’UE e hanno superato l’esame dell’Agid. La seconda, diretta conseguenza della prima, è che una soluzione che contemplasse software libero non è nemmeno stata presa in considerazione.
Ha preso posizione anche Wikimedia Italia schierandosi contro questa scelta e citando come paragone la Germania che, come sappiamo, sta incentivando il passaggio al software libero. In questa direzione vanno le decisioni prese, ad esempio, dal comune di Monaco di Baviera.
Le associazioni del software libero (Linux User Group di Bolzano, Mantova, Fabrianoi, Hermes, LibreItalia, etc), mediante la penna del decano del software libero Raffaele Meo, hanno scritto alla Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina. Le hanno chiesto di valorizzare il software con il codice sorgente aperto, e di farsi promotrice di una serie di iniziative legislative in favore della privacy, della sicurezza dei dati e dell’industria italiana del software.
Di seguito vi riporto un passaggio della lettera:
Ricordo che le scuole sono tenute a scegliere le soluzioni da acquisire solo dopo aver realizzato la valutazione comparativa prevista dall’art. 68 del D. Lgs. 82/2005, che impone di preferire software libero: sarebbe importante che il Ministero supportasse le scuole nell’adempiere a quest’obbligo. Le chiedo il favore di adoperarsi per la promulgazione di una legge che:
- proibisca l’uso di software proprietario nelle applicazioni della Pubblica amministrazione che implicano il trattamento di dati personali;
- obblighi ad usare formati di file standard e aperti;
- consenta l’uso di infrastrutture IT in Cloud soltanto se queste sono nel controllo della pubblica amministrazione Italiana».
Tenga presente che in Rete sono disponibili piattaforme libere caratterizzate da funzioni e prestazioni paragonabili o superiori a quelle delle più note piattaforme proprietarie.
Cosa ne pensate? Situazione vista e rivista in Italia…
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