Gitee, dalla Cina un'alternativa a GitHub per l'hosting open source
Dalla Cina arriva un’importante novità per la comunità open source internazionale: è stato reso noto il nome del vincitore delle gara d’appalto per lo sviluppo della piattaforma nazionale di hosting del codice libero. L’azienda che si occuperà di realizzare quella che è già stata ribattezzata “l’alternativa a GitHub” è Gitee.
Gitee è il nuovo hub per gli sviluppatori codice open source Made in China
Supportare e promuovere la comunità open source per l’innovazione. Costruire una struttura favorevole al mondo del codice libero. Creare un ecosistema aperto, collaborativo ed internazionale. Queste sono le ragioni ufficiali, contenute nel bando di gara. Gitee è proprietà di Open Source China, azienda con sede a Shenzen, polo tecnologico della Cina orientale. L’azienda, quindi, dovrà sviluppare un’alternativa indipendente a GitHub. Non si tratta, comunque, di una piattaforma creata ex novo. Attualmente, infatti, ha già 5 milioni di sviluppatori attivi ed hosta oltre 10 milioni di repository.
Nonostante si parli di un settore economico molto importante, non sarà un’operazione a guida completamente statale. Il governo Cinese, infatti, ha aperto alla collaborazione con aziende private ed università. Il progetto vede come punto di riferimento un consorzio appositamente creato che comprende 10 enti, tra i quali figura anche il nome di Huawei. Leggendo i numeri pubblicati sul sito ufficiale di Gitee, inoltre, si evidenzia la portata del progetto. Ci sono oltre 100’000 aziende che ad oggi utilizzando attivamente questa tecnologia. Molto interessante anche la sezione dedicata al mondo universitario. Gli enti accreditati, infatti, possono utilizzare Gitee anche a scopi didattici.
Questo evento evidenzia come il codice libero sia ormai un asset strategico. Sarà molto interessante, tuttavia, capire quanta libertà di scelta avranno effettivamente gli sviluppatori residenti in Cina. Nelle dichiarazioni ufficiali, infatti, si enfatizza come Gitee sia un’alternativa e non un sostituto della piattaforma statunitense. Bisogna ammettere, però, che creare queste sandbox nazionali sia molto lontano dalla filosofia dell’open source. Filosofia che, a mio avviso, mira a creare una grande community internazionale, priva di barriere geopolitiche.
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