Tom Callaway, manutentore del browser open-source Chromium su Fedora, sta consigliando agli utenti di considerare il passaggio a Firefox in seguito alla decisione di Google di impedire l’uso delle API private rendendole esclusiva per il suo browser proprietario Chrome. Ciò significa che, a partire dal 15 marzo 2021, Chromium e tutti i browser costruiti partendo dal codebase di Chromium (Edge, Vivaldi, Brave) sono coinvolti dalla decisione di Big G e non potranno più sfruttare alcuni servizi.
Il colosso di Mountain View interromperà l’accesso alle seguenti API private:
- Google account sync;
- Geolocalizzazione;
- Click to Call;
- Chrome spelling API;
- Contacts API;
- Chrome translate element;
- Safe browsing.
Fedora & Firefox: parla il mantainer di Chromium
Tom Callaway (noto anche come “spot”), un ex responsabile tecnico di Red Hat, che ora lavora per AWS, ha rimaricato il “tradimento” da parte di Google
Google ha fornito a chi crea i package di Chromium il diritto di accedere a queste API nel 2013, in modo da garantire di avere build open source di Chromium aventi (quasi) le stesse funzionalità per Chrome. Ora stanno tornando sui loro passi.
Il motivo è chiaro, Google non vuole consentire l’accesso alle API private senza utilizzare software proprietario (ovvero Chrome).
Chiaramente aziende come Microsoft potranno supplire a queste mancanze con i propri servizi, cosa più difficile per le distribuzioni GNU/Linux. Callaway, per questo, non è più sicuro del valore di Chromium.
Potreste riconsiderare se desiderate utilizzare ancora Chromium o meno. Se desiderate un’esperienza “Google” completa, allora è necesario passare a Chrome. Se desiderate utilizzare un browser FOSS allora consiglio Firefox.
P.S: da ieri è disponibile Firefox 85!
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