OpenStreetMap cambierà presto casa a causa della Brexit
OpenStreetMap, il progetto collaborativo finalizzato alla creazione di mappe gratuite ed open source, sta valutando di trasferire la propria sede in uno stato membro dell’Unione Europea. Questo dopo quasi 20 anni dalla sua fondazione, avvenuta nel Regno Unito, grazie al volere dell’imprenditore britannico Steve Coast.
OpenStreetMap migra dall’UK all’UE
In pochi anni OpenStreetMap è riuscita a produrre mappe open source altamente dettagliate, in grado di competere con quelle create da enti nazionali e grandi aziende tecnologiche come Google. Secondo l’organizzazione, tuttavia, la mancanza di un accordo tra il Regno Unito e l’UE, post Brexit, potrebbe rendere insostenibile il prosieguo dell’attività nel Regno Unito.
Uno dei principali problemi legati alla Brexit, infatti, sembra essere il fallimento delle trattative tra Regno Unito ed Unione Europea sul trovare un comune accordo circa il riconoscimento reciproco dei diritti sui database. Sebbene sia già in essere un accordo per riconoscere le protezioni del copyright, questo copre in realtà solo il lavoro di natura creativa. Le mappe, in quanto semplice rappresentazione fattuale del mondo, non sono coperte quindi da questo tipo di diritto d’autore comunitario. In seguito alla Brexit qualsiasi database creato a partire dal 1° gennaio 2021 nel Regno Unito non sarà protetto nell’UE e viceversa.
Una scelta ponderata ma difficile
I problemi, tuttavia, sembrano non finire qui. In particolare, sembrano pesare sull’organizzazione i crescenti costi delle attività bancarie e finanziarie nel Regno Unito, la conseguente impossibilità di garantire lo status di no profit, e l’eventuale perdita dei domini .eu. Queste le parole con cui poche settimane fa, in una mail interna, il tesoriere Guillaume Rischard ha descritto il problema:
Non c’è solo un motivo per muoversi, ma una moltitudine, la maggior parte dei quali sono stati innescati, o amplificati, dalla Brexit.
Il trasferimento all’interno dei confini dell’Unione Europa di OpenStreetMap, tuttavia, non sarà semplice. L’Irlanda, ad esempio, non potrà essere presa in considerazione poichè impone agli amministratori di essere residenti. Stesso dicasi per la Francia, in cui si riscontrano difficoltà nel garantire i servizi in lingua inglese.
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