Mark Shuttleworth si espone sul binomio Ubuntu - Flatpak
Se qualcuno sperava in un’apertura da parte di Canonical nei confronti di Flatpak, beh, si sbagliava di grosso. Il fidanzamento non s’ha da fare perché Ubuntu è innamorato di Snap e in casa Canonical non si vuol dar spazio ad alcuna alternativa.
In una sessione di Q&A, tenutasi per celebrare il rilascio di Ubuntu 22.04, è stato chiesto al fondatore di Ubuntu, Mark Shuttleworth, se l’edizione desktop del sistema operativo avrebbe mai preso in considerazione il supporto per Flatpak “out of the box”. La sua risposta è stata piuttosto incisiva: no. Anche se installare Flatpak su Ubuntu è relativamente semplice e alla portata di tutti, non è la strada che Canonical vuole che i propri utenti intraprendano.
Posso dire che in questo momento Flatpak non fa al caso nostro. Non credo che abbia un livello di sicurezza sufficiente e inoltre non penso che abbia lo stesso livello di affidabilità di Snap.
queste le parole di Shuttleworth. Che ha poi proseguito senza peli sulla lingua:
Mi piace il fatto che le persone trovino strade diverse per risolvere il medesimo problema […] penso che offriremo un’esperienza di gran lunga migliore agli sviluppatori e agli utenti se concentriamo i nostri sforzi su qualcosa che possiamo migliorare. Ad oggi c’è un numero enorme di applicazioni pubblicate come Snap: chiaramente agli sviluppatori piace l’esperienza di pubblicazione, e ai consumatori piace la semplicità di integrazione in Ubuntu.
Inutile dire che Snap non è perfetto e, anzi, ha alcune grosse lacune, soprattutto quando si parla di performance. Lo sappiamo noi, lo sa Canonical e lo sa anche Mark Shuttleworth:
Ci sono sicuramente aspetti per i quali dobbiamo migliorare l’esperienza Snap su desktop. I tempi di esecuzione all’avvio sembrano essere davvero molto importanti, quindi è qualcosa su cui possiamo concentrarci. E dobbiamo anche gestire attentamente gli aspetti legati alla sicurezza […]
Shuttleworth è ben conscio del fatto che l’argomento “Snap vs Flatpak” genera opinioni forti negli utenti. Sostiene però che
… ci siamo guadagnati il diritto di andare in profondità e di poter fare le cose come ci piace, esplorare i percorsi che vogliamo esplorare e mettere a disposizione di tutti i risultati a cui arriveremo.
E voi? Cosa ne pensate?
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