La stragrande maggioranza degli smartphone al mondo si basa su Android che, vale la pena ricordarlo, deriva da Linux. Se togliamo gli iPhone e pochi altri modelli di nicchia praticamente ogni dispositivo si appoggia all’OS di Google.
La maggior parte di essi è supportata dai produttori solo per pochi anni, spesso quelli non top di gamma ricevono pochissimi aggiornamenti. Se avete nelle vostre tasche un telefono di 3-4 anni fa difficilmente verrà aggiornato ancora: nessuna patch di sicurezza, nessuna nuova funzionalità.
Ci sono diversi sistemi operativi mobile basati su Linux che possono rigenerare il vostro smartphone. Soprattutto se volete cambiarlo e decidete di usarlo come device secondario perchè non provare a installarne una?
Il più famoso, ne parlo spesso qui su LFFL è sicuramente Ubuntu Touch, del quale sta per essere rilasciata l’OTA-12. Ci sono però anche altri progetti come postmarketOS, Plasma Mobile e Maemo Leste.
Smartphone Linux ready, la lista di CMPRL
TuxPhones ha preparato un sito web che contiene una lista di smartphone compatibili con uno o più OS Linux: sono oltre 200. Il sito, chiamato Can My Phone Run Linux, è di fatto un piccolo database molto utile per scoprire se potete abbandonare Android in favore del pinguino.
Tutto quello che c’è da fare è scrivere il nome dello smartphone nell’apposita textbox e sperare in un risultato positivo. Ad esempio se si cerca “Nexus 4” questo è quanto emerge:
Il sito ci fa sapere che è supportato da Ubuntu Touch e da postmarketOS.
Can my phone run Linux è nuovo ed è abbastanza aggiornato ma le ultimissime novità gli sfuggono. Ad esempio cercando OnePlus 3 non ci sono risultati positivi. Invece da pochi giorni Marius Gripsgard di UBports ha annunciato l’arrivo delle prime builds di Ubuntu Touch compatibili con il OP 3 e con il OP 3T. Discorso analogo vale per il Sony Xperia X. Il sito offrirà presto una lista di telefoni compatibili con LuneOS e SHR.
Vale anche la pena ricordare che la sostituzione del firmware sul telefono richiede lo sblocco del bootloader, la cancellazione di tutti i dati e l’installazione di software che non offre, ad oggi, la stabilità di Android. Tutti questi sistemi operativi sono molto lontani dall’essere considerati pronti per un’adozione su larga scala.
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