Dopo aver dato adito a tante polemiche per la dismissione di CentOS, di cui vi abbiamo raccontato gli sviluppi qui su LFFL, Red Hat ha cercato di metterci una pezza. L’azienda ha annunciato la disponibilità gratuita di RHEL per tutti i possessori di un account Red Hat, con un limite di 16 server su cui è possibile installarlo gratuitamente.
Con questa mossa è chiaro che RHEL è il vero e unico sistema su cui vogliono puntare. Questo compromesso permette a Red Hat di non perdere la clientela costituita dalle aziende piccole e guadagnare di più da quelle grandi che pagheranno per usare RHEL in ambienti produttivi.
RHEL for free
La scelta di rimuovere CentOS è stata condivisa e ponderata. Wade, Senior Community Architect e membro del consiglio di amministrazione di CentOS, ha difeso la decisione di eliminare CentOS Linux a favore di CentOS Stream, sostenendo che i due progetti erano “antitetici” e Stream è un sostituto soddisfacente nella maggior parte dei casi. IBM ha capito che la solidità di CentOS permetteva a chiunque di avere accesso ad un software stabile senza dover pagare le licenze. Il reale motivo per la dismissione è quindi puramente economico.
Questa parziale apertura, ufficializzata attraverso il blog ufficiale, consente a tutti gli abbonati alla Red Hat Developer Network, l’uso di RHEL senza obblighi di acquisto fino a 16 server. Privati e PMI possono dunque avere una soluzione stabile e free, chiaramente senza alcun supporto in caso di problemi. Non ci sono invece limiti per quanto riguarda le piattaforme, la versione gratuita di RHEL potrà essere installata su AWS, Google Cloud, Microsoft Azure, etc. L’accesso al servizio è possibile anche usando un account GitHub, Twitter, Facebook.
La versione gratuita sarà disponibile dal prossimo 1 febbraio. Non è tutto però, Red Hat ha promesso ulteriori novità nei prossimi giorni.
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