Come sapete, gli sviluppatori di Canonical stanno lavorando ad un design completamente nuovo per l’installer di Ubuntu per rimpiazzare Ubiquity. In questi giorni hanno deciso di condividere le loro idee permettendoci di dare un’occhiata a ciò che hanno in mente.
L’interfaccia utente del nuovo installer è realizzata utilizzando Flutter, il framework open source di Google. Vi dico di più: Canonical ha recentemente annunciato che per la creazione di tutte le app di sistema in futuro verrà utilizzato Flutter. La nuova utility sfrutterà Curtin e trarrà vantaggio dall’impegno profuso in Subiquity, il nuovo programma di installazione e configurazione di Ubuntu Server. Ma è necessario un nuovo programma di installazione? Cosa c’è che non va in quello attuale?
Nuovo installer per Ubuntu
Nel caso specifico l’obiettivo che si sono posti i dev è lo svecchiamento del software e dell’interfaccia. Ubuntu (così come molti dei vari flavors) utilizza Ubiquity dal 2010. Ubiquity è funzionale e veloce, fa il suo dovere, ma secondo Canonical ha fatto il suo tempo e necessita di una revisione del codebase. Il nuovo installer vuole essere un’alternativa più snella, veloce e moderna.
Perché Ubuntu non adotta semplicemente un’installer esistente invece di creare un nuovo tool? A molti quella di Canonical sembra una scelta che porta a uno spreco di risorse visto che poteva optare per Calamares, tranquillamente personalizzabile a “tema Ubuntu”. Martin Wimpress, (ex) responsabile di Ubuntu lato desktop, ha affermato che il suo team ha valutato i (molti) programmi di installazione e toolkit alternativi disponibili, ritenendo però che un’installer svilupato ad hoc sia la soluzione migliore.
Consolidare quanto fatto su server portandolo in ambiente desktop e basando il tutto sulle medesime tecnologie ci permette di fornire un’esperienza di installazione coerente e solida in tutta la famiglia Ubuntu e concentrare i nostri sforzi sul mantenimento di una sola base di codice.
Diciamolo subito: i design proposti per la nuova interfaccia utente non sono una svolta radicale rispetto all’Ubiquity che conosciamo oggi ma si notano sicuramente una maggiore pulizia, schermate chiare e con pochi fronzoli.
Sicuramente hanno badato molto al sodo, ad esempio il timezone picker non mi sembra molto al passo coi tempi, che ne pensate?
Inoltre questo nuovo tool include una manciata di nuove funzionalità non disponibili in Ubiquity, inclusa una nuova opzione “Ripara installazione” per correggere eventuali problemi.
Presenti anche nuove schermate di visualizzazione delle pagine per disabilitare il Secure Boot, RTS e BitLocker.
Chiaramente le schermate sopra riportate non sono definitive e per questo ancora soggette a modifiche. Gli utenti potranno testare il nuovo installer già su Ubuntu 21.10. Questo dovrebbe dare agli sviluppatori tutto il tempo per provare il software “in produzione” e decidere se includerlo nella prossima LTS. Ulteriori dettagli sono disponibili sulla pagina GitHub ufficiale mentre qui trovate tutti gli screenshot!
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