Canonical, nelle vesti di Igor Ljubuncic, ha pubblicato un post sul suo blog ufficiale in cui tenta di delineare la propria visione circa il futuro di Snapcraft e delle Snap App.
Lo dico subito: Canonical non sta affatto abbandonando la sua soluzione di sandboxing/app store/app distribution in favore di altro (es. Flatpak), anzi! L’azienda sta investendo molto su questa tecnologia e vuole migliorarla ulteriormente. Vediamo insieme cosa bolle in pentola.
Canonical smonta e ricostruisce Snapcraft
Il codebase che attualmente muove Snapcraft, tecnologia utilizzata per creare le Snap App, sta per diventare legacy. È infatti in corso un’importante revisione architetturale, che si traduce in modifiche del codice sorgente, con l’obiettivo di suddividere Snapcraft in componenti più piccoli, modulari e riutilizzabili che così potranno essere utilizzati in una gamma di prodotti diversi.
In cosa si tradurrà questo lavoro? I codebase core18
e core20
continueranno a funzionare bene ma nel prossimo futuro sarà incentivato il passaggio alla nuova base di codice modulare, battezzata core22
.
Nei prossimi mesi arriveranno nuovi e interessanti sviluppi, tutti volti a rendere le cose più semplici, veloci, robuste e senza influire negativamente sull’esperienza dell’utente.
queste le parole di Ljubuncic.
Qual è l’obiettivo? Canonical vuole raggiungere un duplice risultato:
- rendere più semplice e meno impegnativa la creazione di app Snap per gli sviluppatori;
- aumentare l’appeal di Snapcraft nella community Linux.
Quest’ultimo punto è molto importante, tendenzialmente gli sviluppatori preferiscono Flatpak a Snap e l’azienda sta cercando di invertire la rotta. Stessa cosa vale anche per gli utenti. Personalmente, quando mi confronto via chat o via e-mail con i lettori, percepisco una chiara preferenza verso Flatpak.
Canonical ha disegnato i proof of concept ma deve ancora iniziare a mettere le mani sull’architettura. Ne sapremo di più nei prossimi mesi: vi terrò aggiornati circa i passi in avanti fatti su questo fronte.
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